Il funerale

                                        
Lo scrivo senza tanti giri di parole: il funerale di Vittorio Casamonica è stato il funerale di Roma e dell'Italia. Non tanto per il funerale in sè, che è stato grottesco, ridicolo, ipocrita, vomitevole come solo un funerale mafioso può essere, ma per quello che ha rappresentanto e rappresenta: l'ostentazione becera di un potere mafioso, l'arroganza che proviene dall'impunità di fronte a una città, a uno stato, che niente continua a fare per combattere il più grande cancro che ci attanaglia da troppi anni, la criminalità organizzata. Le immagini del funerale sono onestamente incommentabili, tanta è la frustrazione che si prova nel vederle e nel viverle, perchè ora riguardano Roma, ma in realtà riguardano tutta la nazione. Un comune che dovrebbe essere sciolto per mafia da tempo (pur di non farlo hanno messo il prefetto Gabrielli come badante del sindaco Marino), dopo lo schifo scoperchiato dall'inchiesta Mafia Capitale "mondo di mezzo", non meritava questa ulteriore pugnalata. Per non parlare del fatto che in quella stessa chiesa (Don Bosco) dove è stato celebrato il funerale del mafioso, 9 anni fa è stata negata la funzione religiosa a Piergiorgio Welby, "colpevole" di aver voluto l'eutanasia come morte onorevole. Poi tutti a condannare, dopo però, sempre dopo. Siamo il paese del dopo. Tanto il "prima" chi se lo ricorda.


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