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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

Prendete e mangiatene tutti

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Per vendere in Europa alimenti a buon prezzo, molti gruppi industriali includono nei loro processi produttivi il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento, la distruzione dell'ambiente. Costano circa 25 euro. Solo 25 euro. Sono considerati oggetti. Usa e getta. Il primo oggetto acquistato porta il nome di Abou, il secondo si chiama Adama. Qualche anno fa sono stati acquistati dal loro padrone, e ora insieme ad altri bambini di età compresa fra gli otto e i quattordici anni, lavorano nella sua piantagione di cacao. Sette giorni su sette, dalle sei di mattina alle nove di sera, senza sosta, senza alcuna pausa. La piantagione di cacao si trova in Costa d'Avorio. Questi piccoli schiavi sono tenuti costantemente sotto controllo e sotto pressione dai cani, minacciati con la frusta, faticano sotto un sole che squaglia. Scalzi, spingono l'aratro a mano, e se si fanno male, uno sputo veloce sulla ferita è il massimo del disinfettante a loro disposizione. Ansimano come vecchi as

Niki Gatti siamo tutti noi

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Vi chiedo 16 minuti e 52 secondi del vostro tempo. Solo 16 minuti e 52 secondi. Poi ognuno farà le riflessioni che deve. Ascoltate con attenzione le parole e l'appello di Ornella Gemini, la mamma di Niki Gatti. Niki Gatti era un ragazzo di 26 anni, arrestato il 19 giugno 2008 e morto il 24 giugno 2008 senza una spiegazione plausibile. L'inchiesta sulla sua morte è stata archiviata. Un ragazzo incensurato è morto nelle carceri italiane, nelle carceri dello stato di cui noi facciamo parte, e di cui noi ci dovremmo sentire parte. E' morto senza un perchè. O almeno è quello che ci vogliono far credere. La madre chiede giustizia. Le persone perbene chiedono giustizia. Perchè domani ognuno di noi potrebbe essere Niki Gatti.

Infierire sul cadavere

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Che tristezza il calcio italiano. Che tristezza i tifosi che gioiscono per la sconfitta della propria squadra. Che tristezza i giocatori laziali (apparte Muslera e qualche altro) che vanno in campo per perdere. Sono un appassionato di calcio. Eppure da 5 anni non vado in uno stadio (italiano) a vedere una partita. A volte vorrei farlo e quasi mi chiedo il perchè io non lo faccia. Quello che è successo domenica all'Olimpico è uno dei tanti perchè. Puntare il dito solo sulla partita di ieri però sarebbe ingiusto, sarebbe da qualunquisti, sarebbe da ipocriti, sarebbe da chi questo mondo non lo conosce per niente (cioè la maggior parte). Perchè il calcio italiano è morto da tanto tempo, troppo ormai. Partite come quella di ieri, lo scandalo Calciopoli, gli scontri del derby di due settimane fa, non hanno fatto altro che infierire su un cadavere che è tale da lunghissimo tempo. L'episodio dell'Olimpico è solo un'altra tacca da aggiungere alle schifezze presenti nel calcio it