Ci si abitua a tutto


L'Italia è un popolo di "esperti". Tutti sanno, tutti hanno già visto, tutti prevedono tutto e non si stupiscono di niente. La frase "io non mi stupisco più di niente" ormai potrebbe tranquillamente trasformarsi in "io accetto tutto", e lo accetto passivamente. Ci si abitua a tutto. Non ci si incazza più. Anzi, ci si incazza, ma per le cose poco importanti: una precedenza non rispettata, un parcheggio "rubato" da un altro, la squadra del "cuore" che perde... Noi non ci incazziamo, noi ci abituiamo. E lentamente moriamo.
Ci si abitua a vedere un bambino che fa l'elemosina
ci si abitua a vivere in città piene di smog, traffico, malessere
ci si abitua a pagare la tassa sulla prima casa, magari dopo 40 anni di mutuo
ci si abitua alla mafia, alla camorra, alla 'ndrangheta
ci si abitua ai teppisti allo stadio
ci si abitua ai politici corrotti
ci si abitua a lavorare 10 ore al giorno, magari 6 giorni su 7
ci si abitua a fare un lavoro che si odia
ci si abitua a morire sul lavoro
ci si abitua a non trovare lavoro
ci si abitua a farsi mancare di rispetto da persone che hanno più "potere e autorità"
ci si abitua alle nostre città invase di spazzatura
ci si abitua a non vedere più i propri cari
ci si abitua a comportarci come gli altri vorrebbero e non come si vorrebbe veramente
ci si abitua a veder calpestati i propri diritti
ci si abitua a vederci sfuggire di mano la vita
Come disse Eduardo:"... è semp cos' ' e niente... tutte le situazioni così le abbiamo risolte... è cos' ' e niente... non teniamo che mangiare... è cos' ' e niente... ci manca il necessario... è cos' ' e niente... ci negano il diritto della vita... è cos' ' e niente...  ci tolgono l'aria... vabbuò, che vuò fa, è cos' ' e niente... a furia 'e dicere è cos' ' e niente simm diventati nuj cos' 'e niente".

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