L'esperienza e il viaggiatore
Mi viene sempre da ridere quando alcune persone con cui parlo, mi elencano, compiacendosi, gli innumerevoli viaggi che hanno compiuto nella loro vita, accompagnati dalla ormai celeberrima frase:"Sai, IO ho girato il mondo, IO me ne intendo di certe cose, IO ho una certa esperienza"; anteponendo questa frase a qualunque argomento si stia trattando, dalla fame nel mondo, al cerume nelle orecchie di Belen Rodriguez. Come se questa magica frase fosse il lascia passare totale per la saggezza e la sapienza, la chiave di volta per acquistare credibilità alle orecchie e agli occhi dell'ascoltatore di turno a prescindere da quello di cui si stia parlando.
Il fatto che uno viaggi, visiti altri posti, più banalmente giri il mondo è una cosa che da sicuramente la possibilità di aprirsi la mente, maturare, imparare nuove cose, ma automaticamente non assicura nella maniera più assoluta tutte queste cose. Perchè ciò che ci permette di fare veramente esperienza e imparare dalla vita stessa è il modo in cui noi ci poniamo verso quest'esperienza e cosa riusciamo ad assorbire da questa. E' come quelli che dicono:"Ora che è padre è molto più maturo". Tutte cazzate. L'avere un figlio ti dà la POSSIBILITA' di maturare, non ti fa maturare automaticamente. Inutile che faccia esempi al riguardo, ognuno di noi probabilmente conoscerà genitori che tutto sono tranne che maturi o esperti. E così via per altre cose: l'esperienza e la maturità dipende solo dal singolo, dal "succo" che riesce a spremere da ogni singola esperienza che la vita gli propone. Chiaramente ci sono esperienze più forti di altre, e che quindi ti danno più possibilità di cambiare (in meglio o in peggio), ma è come noi le recepiamo e "immagazziniamo" quello che fa la differenza.
Il viaggio più grande, più lungo, più difficile, più tortuoso, più rischioso e più bello, è solo il viaggio dentro noi stessi.
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