Giovanni Falcone vive

Quest'anno, con questa strabordante retorica sui 150 dell'unità d'Italia, c'è una campagna mediatica e una gara a chi si sente più patriottico e più italiano. Inni di mameli come se piovesse, mani sul cuore, tricolori sui balconi e chi più ne ha più ne metta. Ma tutte le stronzate che sentiamo dalle tv, dai giornali, da questi politicanti che fanno pena, non fanno altro che farmi vergognare di essere italiano, comunque non fiero agli occhi del resto del mondo. Ma non per tutto è così, fortunatamente, e se c'è un motivo per il quale invece sono contento di essere italiano è quello di vivere in una nazione che mi ha fatto conoscere, per lo meno indirettamente, le gesta di un eroe che si chiama Giovanni Falcone. Si, si chiama, al presente, perchè le sue idee, la sua forza, il suo coraggio, vivono, nonostante troppo spesso qualcuno cerchi di cancellare la memoria di un magistrato che ha dato la sua vita per un ideale, per essere solamente "servitore" di uno stato che con lui ha ancora tanti, troppi debiti. La vita di un uomo che è morto per troppo amore, amore verso l'Italia, amore verso la Sicilia, amore verso Palermo, amore verso un modo di intendere la vita che troppo spesso è utopia per noi comuni mortali. La vita di Giovanni Falcone è stata uno schiaffo a quest'utopia, uno schiaffo a tutti quelli che vivono credendo che niente può cambiare, che ci sono cose contro le quali non si può combattere e quindi vincere, uno schiaffo a chi crede che "inchinarsi" o far finta di non vedere sia l'unica possibilità che c'è.
"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana".
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